Ajenk è un audiolibro di poesia sonora di Jonida Prifti, pubblicato a luglio del 2011 nella collana “Inaudita” della casa editrice Transeuropa.
Il libro è una ricerca sull’ambiguità della ‘ parola ‘ (dall’albanese si traduce in festa di nozze) rimescolata nel bilinguismo dell’autrice, ma anche dall’insistente ritmicità sonora che rende la dinamica linguistica sfuggente, effimera. Come il battito delle ciglia. La prima parte raccoglie prose poetiche: il secondo è composto di poesie in lingua con traduzione a fronte a cura di Dafina Prifti con la supervisione dell’autrice. L’ultimo capitolo raccoglie poesie sparse. Le illustrazioni di Massimiliano Amati (in arte Re delle Aringhe) introducono il fluire dei testi. La prefazione è di Maria Grazia Calandrone.
Il CD allegato al libro raccoglie le sperimentazioni sonoro-poetiche che l’autrice ha realizzato con i suoi due progetti di poesia sonora: Acchiappashpirt e J A.
In Acchiappashpirt (Jonida Prifti e il musicista Stefano di Trapani) il tema è la comunicazione verbale come tramite per il paranormale in una lotta senza esito, per la supremazia tra strumento musicale e voce, in cui l’uno modifica, altera e comanda l’altro, per far emergere l’impossibilità della definizione fissa.
In J A (Jonida Prifti e la musicista Andrea Noce) il testo viene trascinato in un processo di maturazione vitale attraverso una placenta sonora ritmica.
L’aspetto grafico/illustrativo del cd è a cura di Massimiliano Amati (in arte Re delle Aringhe).
Acquista online: Ajenk – 2011 – Transeuropa, collana Inaudita
Contenuti Extra
Ispirati dai testi di “Ajenk” gli artisti Ciro Fanelli e Massimiliano Amati hanno realizzato varie opere.
Videopoema
“Ajenk” è anche il titolo del videopoema realizzato dall’autrice dopo la pubblicazione del libro, e postprodotto da Andrea Noce. Il video narra di un flusso di coscienza che si sfrange in ricordi fluttuanti. Nella tradizione albanese si dice “ajenk” il festino che precede per 4 giorni interi, da giovedì a domenica, lo sposalizio. È il momento in cui le generazioni s’incontrano e confondono, in un tempo sospeso. Attraverso un fluido rimontaggio di videoappunti personali (girati dall’autrice, Jonida Prifti, nel tempo di un ritorno al paese natìo) che fanno da traccia a una colonna vocale in versi pronunciati in un dialetto regionale albanese, il tempo della festa vive una metamorfosi nei personaggi che sfumano nel tempo filmico.